martedì 27 dicembre 2016

Du lsd y history

La tortura veniva utilizzata nel segreto delle prigioni anzitutto per ottenere informazioni o la confessione, considerata la prova regina della colpevolezza. Ottenuta (quasi sempre) la confessione e comminata la condanna, il condannato veniva portato sulla pubblica piazza (di solito all'alba del giorno seguente la condanna), ove gli venivano inferte in pubblico ancora varie torture, sino a che dopo un tempo più o meno lungo sopraggiungeva la morte. La ruota: utilizzata soprattutto nel XVIII secolo per punire criminali. La vittima veniva distesa supina su una ruota di carro e legata ai raggi. Successivamente il boia le fracassava le ossa a una a una sino alla confessione ovvero, nel caso di esecuzione, finché gambe e braccia non entrassero nei raggi della ruota. Infine la ruota veniva issata su un palo, alla cui base veniva acceso un piccolo fuoco, di modo che la vittima, ancora viva, finisse arrostita a fuoco lento nel giro di qualche ora. Una variante, era che il corpo della vittima, legato allo stesso modo ai raggi della ruota, venisse lanciato per un dirupo irto di rocce appuntite. Il rogo: tortura utilizzata soprattutto per uccidere gli eretici e gli accusati di stregoneria. La vittima veniva solitamente legata viva a un palo, circondata da cataste di legna e paglia a cui veniva poi appiccato il fuoco. Di solito se la vittima si era pentita - e per la modestia dei fatti fosse sufficiente una pena più lieve - veniva prima strangolata e poi bruciata. Lo stiramento: tortura inventata dagli Egizi e usata successivamente dai Babilonesi, consisteva nel legare la vittima su un banco apposito munito di corde e pulegge. Il corpo della vittima veniva allungato fino a provocare il dislocamento delle articolazioni, lo smembramento della spina dorsale e la lacerazione dei muscoli. Una versione simile fu usata nel Medioevo e chiamata cremagliera, il banco a volte era ricoperto di lame affilate e spuntoni di ferro. La mutilazione: utilizzata soprattutto nel medioevo, la mutilazione era prevista per ladri e briganti, e consisteva per l'appunto nell'amputazione di parti del corpo. Lo strumento più utilizzato in questo tipo di torture fu la sega; a volte il malcapitato veniva tagliato a metà. Pinze e Tenaglie: utilizzate nel Medioevo, pinze e tenaglie, spesso arroventate, venivano utilizzate per strappare e straziare la carne. La sospensione: il condannato veniva legato a un palo o a una croce e lasciato morire di stenti; solitamente la tortura veniva intensificata legando dei pesi al corpo della vittima, che subiva la disarticolazione degli arti. Il supplizio dell'eretico: utilizzata per l'appunto sui condannati per eresia, consisteva in un collare cui erano fissati due forchettoni opposti, uno che puntava sul torace e l'altro sotto il mento, costringendo la vittima a tenere il collo arcuato all'indietro. L'annegamento: utilizzato nel Medioevo per punire gli atti di stregoneria: la vittima veniva legata mani e piedi e gettata nell'acqua. Un altro metodo usato per i colpevoli di parricidio consisteva nel rinchiudere in un sacco la vittima assieme a un gatto, un gallo, una scimmia e un serpente e poi annegarla. Di solito veniva legato un peso al corpo, in modo da impedire un'eventuale fuga. Lo squartamento: alla vittima veniva aperto l'addome e poi estratte le viscere. Oppure il condannato veniva legato a quattro cavalli, che, incitati in direzioni opposte, provocavano lo smembramento della vittima. Di solito la pena era prevista per l'attentato alla vita di re o principi, dopo altre torture per ottenere nomi di eventuali complici o fiancheggiatori. La bollitura: in alcuni regni medievali era la pena prevista per l'attentato contro re o principi; il reo veniva messo in un pentolone di acqua fredda sotto cui veniva acceso il fuoco lessando la vittima sulla pubblica piazza. Lo scorticamento: alla vittima veniva strappata la pelle fino al sopraggiungere della morte. Il toro di Falaride: la vittima veniva fatta entrare in un toro metallico cavo sotto il quale veniva acceso il fuoco in modo che diventasse una sorta di forno; alcuni condotti interni portavano le grida della vittima fino alla bocca del toro, amplificate in modo che somigliassero a un muggito. L'impalamento: tecnica di tortura inventata in Romania da Vlad l'Impalatore. La vittima veniva costretta a sedersi su un palo, che veniva poi sollevato in posizione verticale oppure il palo veniva infilato nell'ano alla vittima in ginocchio. Il palo penetrava nell'addome e fuoriusciva solitamente dallo sterno o dalla bocca. La vittima moriva dopo un paio di giorni circa. La gabbia: la vittima veniva rinchiusa in una gabbia di piccole dimensioni, sollevata dal terreno, e moriva di stenti, spesso divorata e straziata da rapaci e insetti. La vergine di Norimberga: il condannato veniva fatto entrare in un "sarcofago" e, chiudendo le ante, veniva trafitto dai suddetti aculei in ogni zona del corpo, morendo lentamente tra atroci dolori.

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