lunedì 28 maggio 2018

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Cinecittà

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Nota disambigua.svg Disambiguazione – Se stai cercando la stazione sita nelle vicinanze di questi studi, vedi Cinecittà (metropolitana di Roma).
Studi di Cinecittà
Logo
StatoItalia Italia
Forma societariaSocietà a responsabilità limitata
Fondazione1937 a Roma
Fondata daBenito Mussolini
Sede principaleRoma
GruppoIstituto Luce Cinecittà,
SettoreCinematografia
ProdottiProduzioni televisive, Produzioni cinematografiche
Sito web
Istituto Luce-Cinecittà è la società pubblica che opera come braccio operativo del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, e una delle principali realtà del settore cinematografico, con una varietà di impegni e attività che si traducono nella più ampia missione di sostegno alla cinematografia e all'audiovisivo italiani.
Con l'approvazione nel luglio 2017 dell'acquisizione di ramo d'azienda di Cinecittà Studios, gli storici studi di Via Tuscolana 1055 sono ritornati sotto il controllo pubblico gestiti e coordinati da Istituto Luce-Cinecittà, che ne cura ampliamento e valorizzazione delle attività. Così a fianco delle sue storiche competenze si unificano a quelle di Luce-Cinecittà le attività degli Studios: dalla gestione dei teatri di posa, alle costruzioni scenografiche, al lavoro di maestranze, passando per la post-produzione digitale, la conservazione delle opere; fino alla ricezione turistica, ad eventi e mostre, alla diffusione di prodotti con il marchio Cinecittà. Per giungere alla nascita del futuro MIAC, Il Museo Italiano dell'Audiovisivo e del Cinema, un grande innovativo spazio permanente che narrerà la storia dell'immaginario degli Italiani nel XX e XXI secolo. Così da fare di Cinecittà un polo unico e internazionale in grado di unire tutta la filiera del cinema e dell'audiovisivo: dalla produzione alla promozione, alla formazione (con attività di corsi, seminari, scambi Erasmus), alla scoperta per tutti del mondo dello spettacolo.
A Cinecittà sono stati girati più di 3000 film[1], 90 dei quali hanno ricevuto una candidatura all'Oscar, di cui ben 47 hanno vinto la prestigiosa statuetta. Celebri registi, nazionali e internazionali, vi hanno lavorato: da Federico Fellini a Francis Ford Coppola, da Luchino Visconti a Martin Scorsese.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Nascita e primi anni[modifica | modifica wikitesto]

Panoramica dei Cinecittà Studios
La storia di Cinecittà comincia durante il fascismo. Dopo una serie di pregevoli lungometraggi che nei primi due decenni del Novecento avevano fatto conoscere la cinematografia italiana nel mondo (primo fra tutti Cabiria di Giovanni Pastrone rimasto in cartellone a New York per dieci mesi), negli anni venti l'industria cinematografica italiana entrò in crisi venendo messa in ombra sia dalla cinematografia americana che da quella tedesca contemporanea (Lang, Pabst, Murnau ecc.).
Nel 1931 il regime, che sosteneva fortemente l'importanza del cinema come strumento di propaganda, varò una legge tendente a penalizzare le importazioni e a stimolare la produzione nazionale. Nel 1934 Luigi Freddi, già futurista e fascista della prima ora, amico di Galeazzo Ciano (genero del Duce) e perciò ben introdotto presso Mussolini, venne incaricato di costituire una "Direzione generale della cinematografia", finalizzata al controllo ideologico, ma anche alla promozione del mezzo. Freddi, che in occasione di un viaggio negli Stati Uniti d'America aveva conosciuto Griffith e si era appassionato agli aspetti produttivi della cinematografia statunitense, si impegnò nella promozione del cinema nazionale supportando la ricerca di capitali e sostenne le grandi produzioni di quegli anni, tra cui Scipione l'Africano di Carmine Gallone e Luciano Serra pilota di Goffredo Alessandrini. Nel 1939 la produzione cinematografica nazionale venne supportata con una nuova legge (la cosiddetta "Legge Alfieri"), che concedeva robusti finanziamenti alle produzioni nazionali mentre costringeva la distribuzione all'autarchia.
Fra le iniziative della Direzione della cinematografia ci fu la costituzione dell'Ente Nazionale Industrie Cinematografiche (ENIC), nel cui ambito nacque Cinecittà, i cui studi, insieme agli studi cinematografici Pisorno di Tirrenia, dovevano rappresentare l'industria propagandistica e cinematografica del paese.

Antefatto[modifica | modifica wikitesto]

Il giorno del 29 gennaio 1935 con atto notarile, in una stanza di palazzo Torlonia venne istituita la società Cinecittà con a capo Carlo Roncoroni[2]. Nel 1937, durante il periodo fascista, fu fondata Cinecittà: un complesso di teatri di posa (che sono 21 ma il 17 non viene usato perché il numero porta sfortuna) situata a Roma. Costituisce il vertice dell'industria cinematografica Italiana, utilizzata per produzioni televisive e propaganda politica. Negli anni '30 ancora non esisteva la TV e quindi, per essere informati sulle notizie si andava al cinema dove si trasmetteva il cinegiornale. A cinecittà hanno lavorato anche molti registi e attori italiani importanti come Federico Fellini, Ettore Scola, Sergio Leone, Roberto Benigni, Alberto Sordi, Vittorio De Sica, Sofia Loren, Gina Lollobrigida, Claudia Cardinale. Cinecittà presenta una grande varietà di scenografie sia interne che esterne molte delle quali alla fine del film vengono distrutte. Dal 1990 a Cinecittà sono stati girati più di 3000 film e 47 di questi hanno vinto un premio Oscar. Nel mese di Giugno del 1935 Cinecittà fu distrutta da un incendio. I lavori di ristrutturazione ebbero inizio nel 1936 e dopo solo 15 mesi vennero inaugurati i nuovi stabilimenti di Cinecittà. Col passare del tempo Cinecittà divenne uno studio anche per film americani come ‘' Hollywood sul Tevere ‘'. Nel 2000 fu girato il primo reality show italiano intitolato “ il Grande Fratello”.
Stabilimenti Cinematografici (S.A.I.S.C.)[3], gruppo finanziario capeggiato da Carlo Roncoroni, acquistò la Cines, e alle ore 2 nella notte del 26 settembre dello stesso anno, andarono distrutti in un misterioso incendio i teatri 3 e 4 della Cines di via Veio a Roma, nel quartiere di San Giovanni.
Immediatamente Freddi decise di «provvedere e prevenire i tempi nuovi»: individuata lungo la via Tuscolana, in piena campagna romana, un'area di circa 500.000 metri quadrati, fu decisa la realizzazione della nuova città del cinema. L'iniziativa ebbe carattere privato ma il Ministero delle Finanze concorse con un apporto di 4 milioni. Le partecipazioni creditizie furono pubbliche e all'espropriazione dei terreni su cui sarebbe stata edificata Cinecittà provvide lo Stato pagando una lauta somma alla società Arte che aveva acquisito quei terreni per un pugno di soldi in un'asta. La zona, una volta latifondo agricolo di presunta proprietà Torlonia (anche se non esiste nessun documento ufficiale di tale proprietà) era nota come località Cecafumo, in quanto adibita allo smaltimento per combustione dei rifiuti della Capitale.
I lavori ebbero inizio il 30 gennaio 1936 con la posa della prima pietra e dopo soli quindici mesi, il 28 aprile 1937, Mussolini inaugurò, insieme a Giacomo Paulucci di Calboli, i nuovi stabilimenti del Quadraro. Nel 1936 tutti i dipendenti della Cines rimasero in attesa che si costruissero i nuovi stabilimenti di via Tuscolana e prima della loro inaugurazione furono ricollocati a Cinecittà. Ad essi veniva chiesta l'iscrizione al Partito Nazionale Fascista per ottenere lo stesso lavoro che avevano alla Cines, ma non tutti accettarono, e visto che valeva come punteggio per le nuove assunzioni, ad essi vennero cambiate le mansioni o i reparti, mentre dal 1939 l'iscrizione e quindi la tessera fascista fu obbligatoria e chi non voleva accettarla venne messo fuori Cinecittà.
Per l'edificazione dei nuovi stabilimenti si utilizzarono carpentieri, pontaroli e macchinisti della vecchia Cines, grandi maestri artigiani che poi rimasero nelle squadre di scena, nonché tecnici e ingegneri che nella Cines diedero origine al primo film sonoro italiano La canzone dell'amore del 1930[4] e fecero scuola a Cinecittà insieme ai grandi direttori della fotografia che pure venivano dalla grande esperienza della Cines iniziata nel 1904 con Filoteo Alberini.
Per raggiungere gli stabilimenti c'era solo la via Tuscolana, a quel tempo molto stretta, e i dipendenti andavano a piedi o in bicicletta. Solo dopo il periodo bellico fu istituita una linea di autobus che fermava davanti agli studi, come si può vedere da una scena del film Bellissima. Negli anni cinquanta fu costruita una linea di tram della STEFER che si distaccava dalla linea dei Castelli Romani e portava fino a Piazzale di Cinecittà con capolinea a 300 metri dallo stabilimento. Negli anni ottanta, poi, ci fu l'inaugurazione della Linea A della metropolitana di Roma che prevedeva una fermata proprio davanti allo stabilimento.

L'inizio della produzione cinematografica[modifica | modifica wikitesto]

Alla testa di Cinecittà ci fu Carlo Roncoroni fino al giorno della sua morte nel 1938, già proprietario dei teatri Cines, costruttore del nuovo porto di Bari, cointeressato in imprese edilizie, gerarca e amico personale di Luigi Freddi.
Dopo la morte di Roncoroni, Cinecittà, in deficit di bilancio, venne rilevata dallo Stato, e nel 1940 con l'avvento della terza Cines dedita a produrre lungometraggi di fiction, il settore statale finì con l'abbracciare l'intero ciclo industriale. Il battesimo avverrà nel 1940 con un sistema misto, in cui i privati chiedevano aiuti allo Stato e quest'ultimo in più modi cercava di imprimere un indirizzo all'economia cinematografica stabilendo così un controllo ideologico.
Dal 1938 gli americani non mandano più i loro film in Italia e a rimpiazzarli ci pensano i tedeschi, ma non mancano i film francesi, ungheresi, spagnoli e qualche rara pellicola scandinava; tuttavia fu soprattutto la produzione nazionale ad avvantaggiarsene.

Il progetto[modifica | modifica wikitesto]

Uno degli ingressi a Cinecittà
I progetti dei primi dodici teatri di posa furono elaborati dall'architetto Gino Peressutti. Oltre ad essi venne prevista la creazione di un centro industriale cinematografico integrato che comprendeva stabilimenti di sviluppo, stampa e montaggio, la nuova sede dell'Istituto Luce e quella del Centro sperimentale di cinematografia. Furono previsti quattro ingressi oltre a quello principale sulla via Tuscolana, dal quale, nel periodo fascista, avveniva l'ingresso esclusivo dei registi, attori, produttori e gerarchi. Gli altri tre, situati in via di Torre Spaccata, erano dedicati, il primo, più vicino alla Tuscolana, al passaggio dei tecnici, il secondo alle maestranze e il terzo alle comparse e utilizzato come passo carraio.
Dopo il periodo bellico, l'ingresso principale fu aperto a tutti mentre quelli laterali furono usati per accedere più facilmente ai laboratori e alle officine.
Dagli anni '70, i tre ingressi laterali non furono più usati e rimasero chiusi.
Negli anni 2000, poi, l'ingresso principale fu chiuso ai mezzi e lasciato solo come passaggio pedonale dalla nuova società di gestione IEG e contestualmente fu chiuso lo spartitraffico sulla via Tuscolana che consentiva ai mezzi di accedere agli stabilimenti per chi veniva dal centro di Roma, dando di fatto un aspetto di chiusura dello stabilimento e al più famoso portale del cinema italiano, icona nel mondo.
Nel 1937 vi furono prodotti 19 film, fra i quali Il feroce Saladino di Mario Bonnard, ispirato all'omonimo e famosissimo concorso di figurine bandito dalla Perugina.
Nel 1940 furono 48 i film girati all'interno degli Studios di Cinecittà. Nel 1942 i film furono 59. Nel 1943 la produzione di pellicole crollò a 25, e nello stesso anno i circa milleduecento dipendenti di Cinecittà furono licenziati.

Cinecittà e la guerra[modifica | modifica wikitesto]

Dal settembre del 1943, a seguito dell'armistizio di Cassibile e con la nascita della Repubblica Sociale Italiana, il cinema fascista si trasferì a Venezia nei padiglioni della Biennale presso i Giardini di Castello e in alcuni studi di posa alla Giudecca (Cinevillaggio).
Negli ultimi due anni di guerra, gli stabilimenti di Cinecittà vennero occupati dai nazisti che li utilizzarono come luogo di concentramento di civili rastrellati nei dintorni di Roma, e in questo contesto va ricordato il rastrellamento del Quadraro che nella notte del 17 aprile 1944 vide rastrellati circa mille uomini, portati prima a Cinecittà e poi deportati in Germania. L'esercito tedesco in ritirata razziò lo stabilimento portando via gran parte delle attrezzature tecniche, macchine da presa, proiettori, impianti sonori e pellicole.
Il 17 maggio del 1944[5], in vista dell'imminente liberazione di Roma, Luigi Freddi comunicò le sue dimissioni da presidente e amministratore della Società Anonima Cinecittà; in seguito gli stabilimenti furono requisiti dalle forze alleate per essere adibiti a ricovero degli sfollati, che avevano perso casa a causa dei bombardamenti, i quali per sopravvivere al freddo bruciarono gran parte dei documenti d'archivio, provocando una grave perdita dal punto di vista storico.
Nell'immediato dopoguerra si formò a Roma una sottocommissione di epurazione dell'Unione Lavoratori dello spettacolo, per la categoria Registi, Aiutoregisti, Sceneggiatori ed Autori[6], composta anche da alcuni di quei giovani registi che erano stati esclusi dal lavoro a causa del rifiuto ad aderire al fascismo: furono segnalati e processato coloro che erano maggiormente compromessi con il passato regime o erano noti per avere diretto film di propaganda, provocandone così l'allontanamento dalle scene, in alcuni casi definitivo come nel caso dello stesso Freddi.

Hollywood sul Tevere[modifica | modifica wikitesto]

Dopo la guerra l'attività di produzione riprese con una certa lentezza e solo nel 1947, tre anni dopo la liberazione di Roma, venne girato nei suoi studi il primo film del dopoguerra: Cuore di Duilio Coletti. Nel 1948 arrivò il primo film americano, Il principe delle volpi della 20th Century Fox. Negli anni cinquanta avvenne l'esplosione di Cinecittà con le produzioni americane: nel 1951 venne girato Quo vadis? di Mervyn LeRoy e nel 1959 Ben Hur di William Wyler, tutti film del genere peplum e soprannominati "sandaloni" dalla manovalanza locale. Tale boom ebbe origine dalla competitività economica degli studi romani chiamati in seguito anche "la Hollywood sul Tevere", complice anche un'apposita legge che non consentiva ai produttori stranieri di esportare i guadagni realizzati in Italia, obbligandoli di fatto a reinvestire in loco.
Il successo delle produzioni americane introdusse nella società romana degli anni cinquanta, ancora assai provinciale e paludata, mediamente sonnolenta e discretamente ipocrita, fenomeni di sociologia e mondanità "moderne" quali il divismo, i parties, i fotografi invadenti (che a Roma si chiamarono "paparazzi"), i night club etc.: La dolce vita fu il film simbolo di questa evoluzione.
Cinecittà divenne in quegli anni un mitico Eldorado sognato dalle belle ragazze italiane che gareggiavano all'epoca per Miss Italia. Questo fenomeno venne rappresentato in Bellissima di Luchino Visconti e in Roma di Fellini.
L'industria cinematografica ebbe in quegli anni una discreta rilevanza economica per la città (che era ancora abbastanza piccola, non superando di molto il milione di abitanti), generando un ampio indotto legato sia alle produzioni che alla commercializzazione dei film. Masse di comparse, artigiani, operai, tecnici, impiegati, "generici" - ma anche di impresari, imprenditori e produttori avventurosi, palazzinari golosi di mondanità, artisti a caccia di occasioni, tutto quello si chiamò, per anni, il generone romano.
Nel 1959, ebbe termine l'Hollywood sul Tevere e, dopo quelli del 1943, ci furono i secondi grandi licenziamenti di 1500 dipendenti.
Dalla fine degli anni sessanta, con la crescita della televisione, la fine delle produzioni colossal di carattere storico e la parallela crisi dell'industria cinematografica italiana, Cinecittà perse lentamente, per più di una ventina d'anni, il primato tecnico e produttivo che l'aveva resa mitica.

Storia recente[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1978 l'Istituto Luce a Piazza Cinecittà venne ceduto al Comune di Roma e adibito a sede amministrativa dell'allora X Circoscrizione (oggi Municipio VII).
Nel 1983 divenne presidente di Cinecittà Antonio Manca, che successivamente sarà a capo dell'Istituto Luce ricoprendo il ruolo di direttore generale dal 1989 al 1995.
Nel marzo del 1988 si ebbe l'inaugurazione del primo centro commerciale della Capitale e dell'annesso centro direzionale, costruito sul terreno del campo calcistico Bettini, spazio verde di pini e larici annesso agli studi, cui gli abitanti del quartiere erano affezionati.
Set della serie tv Roma
Un anno dopo, a ridosso del Centro Sperimentale di Cinematografia, dei capannoni adibiti a magazzino vennero devastati da un incendio, per il quale i Vigili del Fuoco lavorano più di 24 ore. Andarono in fumo un numero imprecisato di costumi e di materiale di scena, un patrimonio storico ed artistico insostituibile perduto per sempre.
Negli ultimi anni i teatri di Cinecittà hanno ospitato i set di alcune grosse produzioni americane come Black Stallion di Carroll Ballard (1977), Il padrino - Parte III di Francis Ford Coppola (1990), Daylight - Trappola nel tunnel di Rob Cohen (1996), Il paziente inglese di Anthony Minghella (1996), Gangs of New York di Martin Scorsese, Le avventure acquatiche di Steve Zissou di Wes Anderson, La passione di Cristo di Mel Gibson e la serie televisiva Rome (2005-2007). Nel 2008 Cinecittà è stata messa a disposizione per le riprese del secondo episodio della 30ª stagione della serie di fantascienza britannica Doctor Who, ambientato nell'epoca di Pompei.
Nel complesso, protetta e poco in mostra, dal 2000 era presente la "casa", dove fin dalla prima edizione, vennero "rinchiusi" i concorrenti dell'edizione italiana del reality show Grande Fratello, poi distrutta totalmente da un incendio nella notte tra il 13 e 14 dicembre 2013[7] e successivamente ricostruita per la nuova stagione del format televisivo.

Formazione[modifica | modifica wikitesto]

Cinecittà ospita attualmente due strutture formative a gestione privata: la Roma Film Academy e la Scuola Fondamenta, oltre ad essere in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia Statale (Scuola Nazionale di Cinema). La Roma Film Academy occupa 3 spazi all'interno degli Studios ed ha indirizzo principalmente cinematografico/televisivo, mentre la Scuola Fondamenta ha una formazione teatrale e si colloca nel Cinecittà Campus, ex sede della prima trasmissione di Saranno Famosi (ora Amici di Maria De Filippi) e dal 2007 al 2015 della prestigiosa accademia universitaria Gallese EUTHECA-European Union Academy of Theatre and Cinema.

Proprietà e gestione[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1997 Cinecittà è stata trasformata da ente pubblico economico in società per azioni, presieduta da Luigi Abete e partecipata da importanti imprenditori privati, tra i quali Diego Della Valle, Aurelio De Laurentiis e la famiglia Haggiag) che gestisce gli studi in una logica di business. La stessa società, «Italian Entertainment Group», ha in gestione, in compartecipazione con Roberto Benigni e Nicoletta Braschi, un complesso simile, gli Umbria Studios, situati a Papigno (TR). Possiede inoltre i Dino Studios (ex Dinocittà), trasformati dal 2012 in Cinecittà World[8] situati sempre a Roma, e una partecipazione estera nei CLA Studios, situati a Ouarzazate in Marocco. Inoltre possiede Cinecittà Media che a sua volta possiede la scuola di cinema Roma Film Academy.
Dopo vent'anni Cinecittà è ritornata di proprietà pubblica: il 3 luglio 2017 l'Istituto Luce Cinecittà ha acquistato il ramo d'azienda Cinecittà Studios da Italian Entertainment Group[9].

Strutture e servizi[modifica | modifica wikitesto]

Cinecittà è un complesso imponente di edifici e strutture dislocato su una superficie di 400.000 (40 ha) a circa 9 km dal centro di Roma e fa parte di una delle più grandi comunità di produzione del mondo, seconda solo a Hollywood.
Consta di 19 teatri di posa di dimensione variabili da un minimo di 15 per 30 metri fino ai 40 per 80 metri del Teatro 5. Tutti i teatri di posa sono acusticamente insonorizzati, dotati di climatizzazione, impianti elettrici e di illuminazione, graticci, passerelle, carriponte e botole impermeabili per gli effetti scenici. Ciascun teatro dispone di una serie di locali di servizio: camerini, uffici, sale trucco, attrezzerie, magazzini.
Fanno parte del complesso anche un backlot di 10 ettari e una piscina[10] all'aperto di 7000 m², immersa nel verde del parco, profonda 2 m per un volume complessivo d'acqua di 13.500 metri cubi e sormontata da un fondale blue back largo 80 m ed alto 20.
Sono inoltre disponibili strutture tecniche per la post produzione cinematografica e televisiva (laboratori di sviluppo, stampa e restauro della pellicola cinematografica, laboratori di post produzione digitale, laboratori di post produzione audio, ecc.) e laboratori per l'allestimento delle strutture sceniche (falegnameria, carpenteria, laboratorio di scultura, laboratorio di pittura artistica, ecc.). Il tutto completato dai servizi più vari: sale per proiezioni cinematografiche e conferenze, servizio di sicurezza per le celebrità, mensa, ristorante, parchi, bar, parcheggi.

Eventi ospitati[modifica | modifica wikitesto]

  • Nel 1991, ha ospitato l'Eurovision Song Contest a seguito dello spostamento di sede da Sanremo a Roma.
  • Nel 1995 la Mostra del centenario della nascita del cinema.
  • Nel 2006 venne inaugurato da Maurizio Costanzo e Stefano Cigolini, amministratore delegato di Cinecittà Entertainment, il complesso denominato "Cinecittà Campus", scuola dello spettacolo suddivisiva nelle principali arti performative (danza, canto, musica, recitazione) diventata successivamente accademia di recitazione con il nome di Eutheca - European Union Academy of Theatre and Cinema.
  • Nel 2007, è stata sede delle celebrazioni per i 70 anni di Cinecittà, evento che ha avuto il suo momento clou nella cena di Gala organizzata davanti a tutto il cinema italiano, all'interno di una struttura trasparente posta al centro del set Rome.
  • Nel 2007 Cinecittà Campus fornisce energia elettrica, acqua ed un ufficio a Cinecittà Music Village, evento a tema dell'estate romana capitanato da Danilo Failli - Project Manager (150.000 presenze in 42 giorni di spettacoli).
  • Ha ospitato inoltre due edizioni dell'assegnazione dei premi David di Donatello nel 1999 e nel 2000.

Eventi attuali[modifica | modifica wikitesto]

Nel novembre del 2011 nasce Istituto Luce Cinecittà S.R.L. Tale nascita avviene dopo un percorso di riordino societario che ha previsto anche la fusione, avvenuta nel 2009, tra Cinecittà Holding e Istituto Luce S.p.A.
Il 29 aprile 2011 per iniziativa di Giuseppe Basso, dalla fine dello stesso anno Direttore Generale e poi anche Amministratore Delegato di Cinecittà Studios, si è aperto "Cinecittà si Mostra"[11], una mostra che ripercorre la storia degli stabilimenti. Dopo il grande successo, Cinecittà si Mostra è stata trasformata in mostra permanente. La mostra è curata da Elisabetta Bruscolini, Direttore Generale di Centro Speriemntale di Cinematografia Production, e registra nei primi otto mesi di attività oltre 77 mila presenze.[12].
Nel 2012 la post produzione di Cinecittà, già diventata nel 2009 Cinecittà Digital Factory[13] di cui soci sono Cinecittà Studios e Medusa Film, è stata divisa in due: da una parte il Laboratorio, ceduto a Deluxe Italia Holding[14], già operante a Mentana, il Digitale e l'Audio a Deluxe Digital Rome, operante a via Flaminia. I mezzi tecnici sono ceduti invece ad una nuova società, 51% Panalight e 49% Cinecittà Studios.
Nel 2013 a due anni dal riassetto societario che trasformò l'Istituto Luce S.P.A. in Istituto Luce Cinecittà S.R.L., ci fu il trasferimento da Cinecittà Luce a Istituto Luce Cinecittà e MIBAC
Il 28 aprile 2014 viene dismesso il labotatorio di sviluppo e stampa di Cinecittà Digital Factory.
il 14 maggio 2014 viene annunciato un accordo[15] tra il marchio Chopard e Cinecittà Studios e l'Istituto Luce.
Nel 2015 Cinecittà Studios S.p.a. ospita tra le altre due grandi produzioni internazionali per il remake di Ben-Hur e il sequel di Zoolander, Zoolander 2, raggiungendo il record di fatturato ed il ritorno all'utile dopo le imposte.

Teatri di posa[modifica | modifica wikitesto]

Tutti i teatri di Cinecittà[16], nel corso della loro storia sono stati adibiti alle scenografie sia interne che esterne e smontate e rimontate a seconda delle esigenze di spazio, di praticità, di costo e di durata del tempo necessario per le riprese, siano queste cinematografiche che televisive, hanno visto centinaia di costruzioni di film non solo italiani, e la loro destinazione non è decisa a priori ma seguendo i criteri anzidetti.
Il Teatro 5, lo storico teatro di posa di Federico Fellini
  • Teatro 1 dedicato agli eventi
  • Teatro 2 Dimensioni:
40,00 x 19.98 m Botole: Botola 1: - 2.60 m Botola 2: - 1.10 m Caratteristiche: Pianta: Piano Terra Area utile: 799,20 m² H alla corda della capriata: 9,97 m
  • Teatro 3 Dimensioni:
40,00 x 19,96 m Botole: - 2.00 m Caratteristiche: Pianta: Piano Terra Area utile: 798,40 m² H alla corda della capriata: 9,80 m
  • Teatro 4 Dimensioni:
29,96 x 14,96 m Caratteristiche: Pianta: piano terra Area utile: 448,20 m² H alla corda della capriata: 9,95 m
  • Teatro 5 Dimensioni:
79,94 x 35,94 m Botole: Botola 1: - 3.25 m Botola 2: - 5.00 m Caratteristiche: Pianta: Piano terra Area utile: 2.873,04 m² H alla corda della capriata: 14,05 m Il Teatro di posa più grande d'Europa considerato da Federico Fellini la sua seconda casa.
  • Teatro 6 Dimensioni:
29,93 x 14,97 m Caratteristiche: Pianta: Piano terra Area utile: 448,05 m² H alla corda della capriata: 9,70 m
  • Teatro 8 Dimensioni:
39,94 x 19,88 m Botole: Botola 1: - 3.30 m Botola 2: - 1.50 m Caratteristiche: Pianta: Piano terra Area utile: 794,00 m² H alla corda della capriata: 9,90 m
  • Teatro 9 Dimensioni:
29,96 x 14,96 m Botole: - 1.80 m Caratteristiche: Pianta: Piano terra Area utile: 448,20 m² H alla corda della capriata: 10,00 m
  • Teatro 10 Dimensioni:
37,45 x 30,40 m + 20,33 x 14,05 m Botole: Botola 1: - 2.30 m Botola 2: - 2.30 m Caratteristiche: Pianta: Piano terra Area utile: 1.424,11 m² H alla corda della capriata: 13,60 m CORPO AGGIUNTO: Pianta: Pianto terra Dimensioni: 18,30 x 21,40 m Area utile: 391,62 m² H alla corda della capriata: 9,77 m ricostruito in parte in lamiera dopo un incendio che lo aveva devastato.
  • Teatro 11 Dimensioni:
34,82 x 13,74 m Caratteristiche: Pianta: Piano terra Area utile: 478,42 m² H alla corda della capriata: 11,58 m
  • Teatro 12 Dimensioni:
41,27 x 22,75 m Botole: Botola 1: - 1.70 m Botola 2: - 0.80 m Botola 3: - 3.84 m Botola 4: - 3.84 m Caratteristiche: Pianta: Piano terra Area utile: 938,89 m² H sotto la trave: 8,60 m dotato di piscina interna allagabile
  • Teatro 13 Dimensioni:
39,80 x 19,80 m Botole: Botola 1: - 2.60 m Botola 2: - 2.00 m Caratteristiche: Pianta: Piano terra Area utile: 788,04 m² H alla corda della capriata: 13,30 m
  • Teatro 14 Dimensioni:
39,85 x 19,80 m Botole: - 3.00 m Caratteristiche: Pianta: Piano terra Area utile: 789,03 m² H alla corda della capriata: 13,33 m
  • Teatro 15 Dimensioni:
59,90 x 26,90 m Botole: - 2.00 m Caratteristiche: Pianta: Piano terra Area utile: 1.611,31 m² H alla corda della capriata: 13,75 m il secondo più grande a Cinecittà
  • Teatro 16 Dimensioni:
41,05 x 9,35 m Caratteristiche: Pianta: Piano terra Area utile: 383,81 m² H alla corda della capriata: 7,30 m
  • Teatro 18 Dimensioni:
49,92 x 29,93 m Caratteristiche: Pianta: Piano terra Area utile: 1.494,10 m² H alla corda della capriata: 9,90 m
  • Teatro 19 Dimensioni:
39,75 x 20,15 m Caratteristiche: Pianta: Piano terra Area utile: 800,96 m² H alla corda della capriata: 8,45 m
  • Teatro 20 Dimensioni:
55,55 x 23,52 m Botole: - 2.00 m Caratteristiche: Pianta: Piano terra Area utile: 1.306,53 m² H alla corda della capriata: 5,75 m
  • Teatro 21 Dimensioni:
55,52 x 23,50 m Botole: - 3.50 m Caratteristiche: Pianta: Piano terra Area utile: 1.304,72 m² H alla corda della capriata: 5.70 m
Backlot Lo spazio per le riprese esterne all'interno di Cinecittà è di circa 10 ettari.

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