La marijuana (talora indicata come gangia[1], dal termine hindi गांजा, Gānjā) è una sostanza psicoattiva che si ottiene dalle infiorescenzeessiccate delle piante femminili di canapa (Cannabis). In tutte le varietà di canapa sono contenute, in concentrazioni e proporzioni variabili, diverse sostanze psicoattive, stupefacenti e non, tra cui la principale è il delta-9-tetraidrocannabinolo (comunemente detto THC), che rendono la pianta illegale in molti paesi. Esistono tuttavia varietà coltivabili legalmente, per le quali il limite a questo contenuto viene fissato per legge.
Le piante di cannabis sono dioiche, cioè posseggono due generi: femmina e maschio. Nell'uso che si fa della cannabis a scopo esclusivamente produttivo, i maschi di una varietà vengono usati per essere incrociati con femmine di altre varietà, così generando, dai semi della femmina incrociata, una nuova varietà differente da entrambe le piante genitrici. Ogni varietà di cannabis produce principi attivi in diverse quantità rispetto alle altre: un esempio sono la Haze o la Kush.
Esistono tre grandi varietà di Cannabis e, di conseguenza, di marijuana: sativa, indica e ruderalis, che si differenziano sia per le dimensioni delle piante, sia per le concentrazioni di principi attivi e, dunque, anche per gli effetti indotti dai loro rispettivi derivati. Il materiale vegetale o i preparati a base di cannabis che contengono, in misura apprezzabile, sostanze psicoattive sono considerate "droghe leggere", cioè sostanze psicotrope incapaci di creare dipendenza.
Indice
[nascondi]Etimologia[modifica | modifica wikitesto]
L'etimologia del termine marijuana (con grafia inglese) è sconosciuta.[2] In origine questo era il nome usato comunemente in Messico(marihuana) per indicare la varietà di canapa detta indiana, ove destinata al consumo come sostanza stupefacente. La diffusione internazionale del termine marijuana per designare più genericamente la pianta della canapa, a prescindere dall'uso, è dovuta a un'alacre campagna mediatica promossa negli USA durante gli anni trenta[3] dal magnate dei giornali William Randolph Hearst, il quale adottò un vocabolo messicano dal momento che il Messico era allora considerato negli USA una nazione ostile. I toni scandalistici dei suoi giornali crearono nell'opinione pubblica un clima di avversione per la pianta della canapa che avrebbe portato alla proibizione della stessa da parte del presidente degli Stati Uniti Franklin Delano Roosevelt, che il 14 giugno 1937 firmò il Marihuana Tax Act.[4]
Sono innumerevoli in Italia e all'estero i termini gergali, regionali o subregionali, che identificano la marijuana e l'hashish. Nel gergo comune, per marijuana si intendono le infiorescenze delle piante femminili essiccate e conciate per essere fumate, benché il fumo non sia l'unico veicolo dei cannabinoidi, essendo liposolubili. I metodi di assunzione alternativi a quello tradizionale prevedono ad esempio l'infusione nel latte, nel burro o in altri lipidi nei quali si possano sciogliere i cannabinoidi attivi (THC). Dalle infiorescenze si ricava anche una particolare resina lavorata la cui consistenza può variare da solida a collosa in relazione alle modalità di produzione (l'hashish).
Ganja è il termine in lingua creolo giamaicana utilizzato per indicare la marijuana, erba ritenuta dai rastafariani indispensabile per la meditazione e la preghiera.[5]
Negli anni trenta, l'antropologa Sula Benet ha evidenziato la possibilità che gli antichi israeliti facessero un uso sacrale della cannabis, desumendo l'informazione dai versetti della Bibbia in cui si parla di kaneh bosm[6] (קְנֵה בֹשֶׂם).
La crema di hashish è usata per scopi meditativi anche dai Sadhu indiani, da molti monaci buddhisti in Nepal e, in generale, nella zona himalayana.
Effetti[modifica | modifica wikitesto]
Indotti[modifica | modifica wikitesto]
Gli effetti indotti dall'uso di marijuana sono svariati, hanno differente intensità a seconda del soggetto, delle circostanze psicofisiche in cui la si assume, della contemporanea assunzione di alcool o altre sostanze psicoattive, dell'assuefazione del consumatore, della quantità di principio attivo (THC) assunta e della composizione chimica della specie presa in esame; ad esempio le specie con alti valori di CBD e moderati o bassi livelli di THC hanno effetti localizzati principalmente sul fisico, apportando analgesia e rilassamento, caratteristiche che la rendono preferibile rispetto ad altre per uso terapeutico; i principali effetti possibili sono:
- analgesia
- eccessiva sonnolenza diurna
- euforia
- diminuzione della pressione intraoculare ed endooculare
- attenuazione della reattività fisica
- temporaneo abbassamento o innalzamento della pressione del sangue
- amplificazione dei sensi
- aumento del battito cardiaco
- aumento dell'appetito (comunemente detta "fame chimica")
- può provocare stati d'ansia
- possibile sviluppo di patologie mentali, con particolare riguardo negli adolescenti[7][8][9][10][11][12]
- può provocare nausea con conseguente vomito
Mentre per alti contenuti di THC e bassi di CBD gli effetti risulteranno narcotici e in casi particolari anche psichedelici. Consumatori abituali riferiscono che in alcuni soggetti questi effetti tendono a scomparire o attenuarsi, probabilmente per via dell'instaurarsi di un certo grado di tolleranza specifica.[13] Non è ancora chiaro se fumare marijuana aumenti o diminuisca il rischio di cancro. Inoltre, l'uso di tali sostanze può anche provocare effetti come: disorientamento e forte opacità cognitiva, apatia (in caso di assunzione prolungata e predisposizione) e maggiore sensibilità ai colori.
In quei paesi nei quali è consentito l'uso medicale di questa sostanza, si cerca di proporre all'utilizzatore l'impiego di apparecchi atti a ridurre il danno da fumo, come ad esempio vaporizzatori che evitano la combustione delle infiorescenze estraendone, comunque, i cannabinoidi.
Al pari di ogni altra molecola attiva, anche gli effetti collaterali dei cannabinoidi sono in stretta relazione col metabolismo e con le dosi assunte dal soggetto. Uno studio condotto da ricercatori della University of Southern California e dell'Università di New York ha mostrato una diminuzione della depressione nei consumatori di cannabis.[14]
L'assunzione di questi derivati con altri farmaci non produce controindicazioni o effetti dannosi (può accadere a volte che l'effetto di un farmaco assunto sotto uso di cannabis abbia gli effetti amplificati).
I vari effetti, come detto in precedenza, possono essere condizionati in maniera influente anche da due fattori psicologici: il set (lo stato d'animo di chi consuma) e il setting (la compagnia con cui si trova e il luogo dove si trova il consumatore). Nel marzo 2007 la rivista scientifica The Lancet pubblica uno studio che evidenzia minore pericolosità della marijuana rispetto ad alcool, nicotina o benzodiazepine. Le leggi di mercato nel campo della cannabis, e il suo prestarsi all'ibridazione, fanno sì che vengano commercializzate varietà con concentrazioni sempre maggiori di cannabinoidi (specialmente di THC); questo, ovviamente, ha ripercussioni sull'entità degli effetti.
Attualmente si stanno conducendo studi sugli effetti dell'esposizione prenatale alla marijuana, che pur escludendo l'aumento di patologie perinatali (parto prematuro, basso peso alla nascita) hanno riscontrato effetti sullo sviluppo delle cellule del sistema nervoso nella corteccia prefrontale e nell'ippocampo. Clinicamente questi bambini presentano deficit dell'apprendimento, problemi della socializzazione e turbe comportamentali (simili, nei casi più gravi, alla sindrome alcolica fetale), che compaiono in età scolare.[15]
Tuttavia, altri studi avrebbero evidenziato che l'esposizione moderata ai cannabinoidi della marijuana durante la gravidanza diminuirebbero della metà il rischio di morte alla nascita.[16]
A lungo termine[modifica | modifica wikitesto]
La maggior parte delle sperimentazioni condotte su topi da laboratorio è stata intrapresa somministrando esclusivamente THC veicolato in soluzione diluente, per lo più non nella sua versione naturale ma nella sua variante sintetica, escludendo la somministrazione in contemporanea degli altri cannabinoidi presenti naturalmente nel fiore di cannabis che viene comunemente fumato. Come diversi studi scientifici dimostrano, i cannabinoidi hanno la capacità di interagire tra di loro una volta assunti nel corpo umano.
L'esempio più comune è dato dal principio attivo CBD, non psicoattivo, che ha la proprietà di annullare gli effetti negativi del THC su respirazione, battito cardiaco, pressione sanguigna; molto importante per pazienti che soffrono di problematiche cardio-vascolari o cardio-respiratorie. Le varietà di cannabis per uso terapeutico possono arrivare a contenere una percentuale di CBD anche del 14%, ma questo dipende molto dal tipo di malattia con cui si ha a che fare; infatti, il Bedrocan, noto farmaco importato dall'Olanda, ha una percentuale di CBD solo dell'1% circa, e THC al 19% circa.
Uno studio pubblicato sulla rivista New Scientist nel 2008 ha evidenziato che un consumo a lungo termine di canapa provoca anormalità strutturali dell'ippocampo (ovvero l'area del cervello che regola le emozioni e la memoria) e dell'amigdala (l'area del cervello che controlla la paura, e l'aggressività). Questo studio ha evidenziato una diminuzione del 12% del volume dell'ippocampo e del 7,1% del volume dell'amigdala in consumatori regolari.[17]
Alcuni studi avevano suggerito, per i consumatori abituali di cannabis, una probabilità più elevata di sviluppare alcune malattie psichiatriche rispetto alla popolazione generale.[18]; tuttavia, uno studio effettuato dall'Università di Harvard nel 2013 ha dimostrato che non vi sarebbe correlazione tra consumo di canapa e sviluppo di problemi psichiatrici[19]. Uno dei maggiori studi osservazionali su larga scala, pubblicato nel 2002, conclude che la probabilità di ammalarsi di schizofrenia sarebbe tanto più elevata quanto maggiore è stata l'esposizione alla cannabis, con un effetto di tipo "dose-risposta" (tutto questo attraverso l'uso prolungato e continuo della cannabis in età adolescenziale)[8]
Un altro dei più estesi studi in materia è stato pubblicato nel luglio 2012, in cui sono stati evidenziati problemi cerebrali e scompensi nell'attività neurale in alcune zone del cervello in consumatori adolescenti e di giovane età. In tale studio della durata di 35 anni pubblicato dalla National Academy of Sciences ha fornito evidenza oggettiva di danni irreversibili sull'apprendimento nei consumatori cronici adolescenti.[12] Lo studio ha evidenziato danni persistenti all'intelligenza, alla capacità cognitiva e di memoria in soggetti minori di 18 anni, danni invece non evidenziati in soggetti che hanno cominciato a fumare in età adulta.
Risultati affini sono stati raggiunti da un altro studio pubblicato nel luglio 2012, in cui sono stati evidenziati problemi cerebrali e scompensi nell'attività neurale in alcune zone del cervello in consumatori adolescenti e di giovane età.[11]
Legislazioni sull'uso della cannabis[modifica | modifica wikitesto]
Questa voce o sezione sull'argomento diritto penale non cita le fonti necessarie o quelle presenti sono insufficienti.
Commento: la legislazione di molti stati non ha una fonte
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Secondo alcune indagini della Comunità Economica Europea (CEE), 71,5 milioni di cittadini europei consumano regolarmente marijuana e derivati della cannabis, e i consumatori sono in continua crescita.[20]
- Argentina: legale per uso privato.[21]
- Australia: illegale, tollerata o depenalizzata in alcuni territori.
- Bangladesh: illegale, sebbene la canapa indiana sia coltivata in tutta la regione del Bengala, territorio che comprende lo Stato indiano del Bengala Occidentale e il Bangladesh stesso. In entrambe le parti del Bengala, la canapa (in bengalese gãja) è stata ampiamente utilizzata per secoli. I derivati della canapa (hashish e marijuana) vennero vietati nel 1984 nel nord Bangladesh. Adesso, la cannabis è ancora reperibile mediante i mercati sotterranei delle città, gestiti al limite della legalità, ed è un po' di uso comune fra la maggior parte della popolazione.
- Belgio: illegale (ma il governo belga ha cominciato un programma di ricerca volto a stabilirne l'efficacia medica). Tuttavia sono permessi a scopo puramente personale, a partire dall'età di 16 anni, il consumo e il possesso di quantità che non superino i 3 grammi e la coltivazione di una singola pianta di canapa nella propria abitazione.[22]
- Brasile: illegale ma depenalizzato (in caso di possesso di quantità inferiore a 20 grammi).
- Cambogia: pur essendo la canapa illegale secondo la legge cambogiana, il suo uso è assai diffuso tra la popolazione Khmer e i turisti. Hashish e marijuana possono essere acquistati e consumati anche all'aperto senza correre il rischio di alcuna minaccia di arresto. Inoltre, alcuni ristoranti situati nella capitale Phnom Penh sono soliti cucinare pietanze a base di cannabis.
- Camerun: illegale la coltivazione della cannabis sativa, chi è affetto da cancro o AIDSpuò farne uso come antidolorifico.
- Canada: illegale ma depenalizzato; legale per uso terapeutico (in un processo una corte ha giudicato il regolamento per l'uso medico della marijuana incostituzionale in quanto "non permette ai cittadini seriamente malati di utilizzare marijuana in quanto non vi sono fonti di approvvigionamento legali del farmaco").
- Colombia: legale il possesso di piccole quantità per uso personale.
- Corea del Nord: legale, non è considerata una droga.[23][24]
- Estonia: l'uso personale di quantità pari o inferiori a 10 g di derivati della canapa è depenalizzato, mentre sono duramente puniti con multe salate e diversi anni di reclusione il consumo, possesso, commercializzazione e/o traffico di quantità superanti il limite massimo.
- Francia: illegale. Per il consumatore sono previste pene fino a un anno di carcere[25], ma il Ministero della giustizia (a cui sono subordinati i magistrati del pubblico ministero) raccomanda di non avviare procedimenti penali contro consumatori occasionali, ma se li coglie in flagranza la polizia interviene a fini dissuasivi.
- Germania: legale l'uso personale, solitamente il possesso di modiche quantità (entro i 10 grammi) non viene perseguito.
- Giamaica: legale il possesso fino a 50 grammi, dato che è consumata dal 70% della popolazione. Rappresenta una componente importante della religione più diffusa in Giamaica, il Rastafarianesimo.
- Giappone: illegali tutti i preparati contenenti THC dal 1948, a seguito di una legge introdotta dalle forze di occupazione statunitensi alla fine della seconda guerra mondiale.
- Honduras: illegale coltivare, piantare, vendere, trafficare e possedere cannabis. Gli eventuali trasgressori della legge possono affrontare dai 9 ai 12 anni di carcere e una multa fino a 5.000 lempiras, equivalenti a circa 210 euro. È anche illegale possedere semi di canapa. I trafficanti di cannabis possono inoltre affrontare dai 15 ai 25 anni di carcere e una multa da 1 000 000 a 5 000 000 lempiras.
- Iran: legale, sotto regolamentazione[26]
- Israele: illegale, l'uso medico è autorizzato solo dal ministero della sanità che valuta ogni singolo caso.
- Italia: illegale; depenalizzato l'uso personale (permangono sanzioni amministrative), legale, a certe condizioni, l'uso medico; per lo spaccio di basse quantità possono essere irrogate pene alternative al carcere.
- Lussemburgo: legali possesso e uso per scopi medici, purché il consumatore sia adulto e non coinvolga minorenni.
- Marocco: illegale ma in genere tollerata la coltivazione e l'uso personale di cannabis (a differenza degli altri paesi islamici dove è reato punibile anche con la pena di morte); tradizione secolare nei villaggi marocchini è infatti la produzione e l'uso di hashish;[27] il commercio e il traffico sono invece assolutamente illegali e sanzionati con il carcere.[28]
- Messico: il 21 agosto 2009 è stato depenalizzato l'uso personale di derivati della canapa che non superino i 5 grammi di peso netto. Coltivare, vendere e/o esportare cannabis resta comunque illegale.
- Nuova Zelanda: illegale (il ministero della sanità ha affermato che un uso medico non è da escludersi, ma sono necessari ulteriori studi e un metodo per una corretta regolazione). Il comitato per la sanità del parlamento neozelandese raccomanda un alleggerimento delle leggi sulla cannabis e la messa a disposizione di medicine a base di cannabis[29]
- Paesi Bassi: legale, secondo normativa precisa; vedi la voce "Politica dei Paesi Bassi in materia di stupefacenti".
- Portogallo: rimangono illegali la compravendita e la coltivazione ma è stato depenalizzato, attraverso la legge n. 30/2000, il possesso fino alla quantità pari ai bisogni di dieci giorni di consumo. La marijuana, come altre sostanze, elencate in un'apposita tabella, resta ancora illegale, ma le persone trovate in possesso non sono più arrestate, bensì inviate davanti a una commissione che valuta se proporre un sostegno psicologico o un trattamento di recupero finanziato dallo Stato[30].
- Regno Unito: illegale (nel 1998 la Camera dei Lord ha raccomandato che la cannabis venisse resa disponibile per uso medico tramite prescrizione. Dopo alcuni test clinici il governo non ha accettato la raccomandazione). Recentemente è stato legalizzato l'uso personale domestico.
- Repubblica Ceca: è legale possedere fino a 15 grammi di marijuana, è anche legale coltivare questa specie vegetale per uso personale. È vietata la vendita.
- Russia: depenalizzati possesso e trasporto di 6 g di marijuana e di 2 g di hashish mentre il consumo, il possesso e il trasporto di quantità superiori comportano diversi anni di reclusione. Nel 2010 è stata varata una legge che depenalizza la coltivazione di canapa per un numero massimo di venti esemplari. I semi di canapa non contengono sostanze proibite e sono quindi legali.
- San Marino: La marijuana e l'hashish sono equiparate alle droghe pesanti, la modica quantità e l'uso personale sono vietati e consumo e spaccio sono equiparati.
- Spagna: legale, in luoghi autorizzati[31].
- Stati Uniti: illegale l'uso a livello federale per qualsiasi ragione. A livello di stati invece, 23 hanno approvato normative che permettono l'uso per motivi terapeutici, mentre in California, Colorado, Washington, Alaska, Maine, Oregon e Washington D.C. (District of Columbia) è stata legalizzata.
- Svezia: è illegale consumare, possedere, vendere e/o acquistare qualsiasi quantità di canapa. Tuttavia, è di uso comune applicare unicamente sanzioni amministrative a determinati soggetti per uso e possesso a scopo puramente personale.
- Svizzera: illegali possesso e coltivazione (esperimenti di legalizzazione sono stati condotti in alcuni cantoni). La Svizzera ha votato un'iniziativa popolare per depenalizzare l'uso della canapa il 30 novembre 2008[32] ma è stata respinta dagli elettori svizzeri con il 63,2% di voti contrari[33]. Dal 1 gennaio 2012 è consentito coltivare nella propria abitazione fino a un numero massimo di quattro piante per persona nei cantoni Vaud, Neuchatel, Ginevra e Friburgo.[34] Inoltre dal 1 ottobre 2013 un maggiorenne fermato con non oltre 10 grammi di canapa riceve una multa di 100 franchi e non è perseguito penalmente[35].
- Uruguay: legale coltivare, vendere e/o comprare (sotto regolamentazione, 40 grammi al mese di acquisto massimo) e fumare marijuana dopo l'approvazione del senato dell'11/12/13. La legge è ufficialmente messa in atto a partire dall'aprile 2014.
Usi terapeutici[modifica | modifica wikitesto]
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La canapa indiana è usata per contrastare la diminuzione dell'appetito nei pazienti affetti da AIDS e da cancro e per diminuire la nauseaderivata dai trattamenti chemioterapici e dalle irradiazioni. Inoltre causa un effetto positivo sui soggetti affetti da dolori cronici, da sclerosi multipla (diminuzione del rigore muscolare) e sulla sindrome di Tourette. Utilizzata in medicina da migliaia di anni e presente nella farmacopea ufficiale fino alla metà del Novecento, a oggi, come accade per la maggioranza delle molecole attive presenti sul mercato, sono ancora in corso studi che accertino la validità di questi effetti. Nonostante la autorizzazione al commercio in diversi paesi di farmaci contenenti cannabinoidi, tra cui anche THC (es. Sativex) e varianti sintetiche, la maggioranza dei movimenti pro-legalizzazione semplicemente ignora l'esistenza di tali farmaci, nonché l'esistenza di rilevanti effetti collaterali, per chiedere l'autoprescrizione.
Le applicazioni possibili accertate e le conseguenti sperimentazioni hanno per oggetto:
- Inappetenza da farmaci chemioterapici. Efficacia provata dalla pratica medica di routine[36]; centinaia di migliaia di dosi di THC sintetico (Marinol) sono state prescritte ogni anno dagli oncologi USA anche se non sembra avere gli stessi effetti della marijuana assunta nel suo stato naturale (fumato o ingerito) poiché il Δ9-tetraidrocannabinolo è solo uno dei 460 composti chimici presenti nella cannabis.
- Epilessia. In sostituzione di farmaci anticonvulsivi, che hanno gravi effetti secondari anche sull'umore. Efficacia provata in qualche caso.
- Disturbi psichici. In particolare, studi hanno evidenziato un miglioramento nel disturbo bipolare[37], nella depressione[38] e nel disturbo post traumatico da stress.[39] Alcuni studi sperimentali indicano anche un'efficacia nel disturbo ossessivo-compulsivo e in vari disturbi d'ansia.[40][41]
- Sclerosi multipla. In sostituzione di farmaci tranquillanti ad alte dosi, con rischi di letargia e dipendenza fisica. Efficacia sperimentata in molti casi. Non è comunque il farmaco di elezione per gli spasmi; solo in pochi casi si è evidenziato un miglioramento secondo la scala di AshWorth.
- Anoressia. Forte stimolante dell'appetito.
- Glaucoma. La marijuana diminuisce la pressione interna dell'occhio del 25-30% in media, a volte fino al 50%. Alcuni cannabinoidi non psicotropi, e in misura minore, anche alcuni costituenti non-cannabinoidi della canapa diminuiscono la pressione endo-oculare.
- Asma. La marijuana ha capacità broncodilatatorie, per evitare il danno da fumo, si utilizzano particolarmente in questi casi i vaporizzatori.
- Staphylococcus aureus. I principi attivi utilizzati sono risultati efficaci anche contro ceppi resistenti alla meticillina.[42]
- Neoplasia. Donald Tashkin, della University of California, ha recentemente svolto una ricerca che dimostrerebbe la minore incidenza di cancro ai polmoni in soggetti che assumono abitualmente cannabis rispetto a quella riscontrata in soggetti non fumatori. Robert Malamede, dell'Università di Colorado Springs, sostiene che la marijuana, già impiegata come antiemetico, sarebbe persino in grado di uccidere le cellule cancerogene. Ad ogni modo le posizioni non sono convergenti.
- Malattia di Alzheimer. Usato per prevenire i sintomi e rallentare la progressione.[43]
- Malattia di Parkinson. Utile per alleviare i sintomi.[44]
- Malattia di Huntington. Il principio attivo è risultato utile per alleviare i sintomi e rallentare la progressione neurodegenerativa.[45]
- Sindrome di Tourette. Utile nel contrasto dei tic nervosi e neurologici della sindrome, secondo alcuni studi.[46][47][48]
- Sclerosi laterale amiotrofica. Utilizzato come palliativo per i sintomi.[49]
Nei Paesi Bassi, in Spagna, in Canada e in sedici stati degli Stati Uniti l'uso della cannabis a scopo medico è già consentito, in altri paesi europei ed extraeuropei l'argomento è al centro di accesi dibattiti sia sul piano scientifico sia su quello etico. Principale studioso e promotore dell'uso terapeutico della cannabis e della sua decriminalizzazione è il professor Lester Grinspoon, psichiatra e professore emerito dell'Università di Harvard. In Italia, approfonditi studi in materia sono stati effettuati dal neuropsichiatra prof. Gian Luigi Gessa e dal dott. Giancarlo Arnao.
Influenze culturali[modifica | modifica wikitesto]
È dovuta ad Alberto Arbasino la prima citazione della marijuana nella storia della letteratura italiana, nel racconto Giorgio contro Lucianoscritto nel 1955 e pubblicato per la prima volta nel 1957 nella raccolta Le piccole vacanze:[50]
« [...] e girando da un locale all'altro è stato naturale che a un certo punto il discorso cascasse sulle droghe del paradiso, con descrizioni precise e allettanti, poi al momento psicologico giusto è saltato fuori l'ometto che smercia le sigarette alla mariagiovanna, Luciano non ha fatto obbiezioni, noi ne abbiamo comprate così per curiosità e senza dare un gran peso, del resto eravamo mezzi andati tutti quanti e via che si cantava Polvere di stelle... »
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(Alberto Arbasino, Le piccole vacanze-Giorgio contro Luciano (pp.128-9, versione del 1971)) |
Dal 1989 ogni anno, la terza settimana di novembre, la rivista High Times organizza ad Amsterdam la Cannabis Cup: coltivatori e coffee-shop espongono le nuove varietà prodotte tramite incroci e differenti metodi di coltivazione, e quelle giudicate migliori ricevono dei premi.
Dal 1999, il primo sabato di maggio, in più di duecento città del mondo è organizzata una manifestazione per la legalizzazione della marijuana chiamata Million Marijuana March.[51]
Nel 2005, i Premi Nobel per l'economia Milton Friedman, George Akerlof e Vernon Smith sono stati i primi firmatari di un appello[52] sottoscritto da 500 economisti americani per denunciare gli altissimi costi (7 miliardi di dollari all'anno) del proibizionismo sulla marijuana. Secondo Friedman questa legge rappresenta «un sussidio del governo al crimine organizzato».[53]
Secondo un sondaggio commissionato all'Ipsad dall'Istituto Superiore di Sanità pubblicato nel febbraio 2008, dieci milioni di italiani approvano l'uso della cannabis.[54]
Dal 2010 in America nello Stato del Michigan alla "Med Grow Cannabis College" è possibile studiare la marijuana per usi medici[55].
Un referendum popolare del 2012, in USA, ha legalizzato la marijuana a fini ricreativi negli stati di Colorado e Washington.[56]
Curiosità[modifica | modifica wikitesto]
- La foglia di canapa, simbolo mediatico della marijuana, non si fuma poiché povera in principi attivi e ricca di clorofilla, che inasprisce il tipico sapore dolciastro delle infiorescenze.
Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ gàngia in Vocabolario Treccani, su treccani.it.
- ^ Link alla voce del Vocabolario Treccani online
- ^ Perché la marijuana è vietata? Il vero motivo è peggiore di quanto si possa immaginare, su L'Huffington Post. URL consultato il 18 febbraio 2016.
- ^ Vedi Marihuana Tax Act e Hearst contro la marijuana
- ^ Joseph Owens Dread the Rastafarians of Jamaica, Heinemann, 1982. ISBN 0-435-98650-3
- ^ Questa compare in Es. 30, 22:24; CdC 4, 12:14; Is. 43, 22:24; Ger. 6, 20; Ez. 27, 19.
- ^ a b (EN) Chen CY, Wagner FA e Anthony JC., Marijuana use and the risk of Major Depressive Episode. Epidemiological evidence from the United States National Comorbidity Survey, in Social Psychiatry and Psychiatric Epidemiology, 37(5), 2002, pp. 199-206, PMID 12107710.
- ^ a b (EN) Zammit S, Allebeck P e Andreasson S, Lundberg I, Lewis G., Self reported cannabis use as a risk factor for schizophrenia in Swedish conscripts of 1969:historical cohort study, in BMJ, 325(7374), 23 novembre 2002, p. 1199, PMID 12446534.
- ^ a b (EN) Moore THM, Zammit S e Lingford-Hughes A, Barnes TRE, Jones PB, Burke M, et al., Cannabis use and risk of psychotic or affective mental health outcomes: a systematic review, in Lancet, nº 370, 28 luglio 2007, pp. 319-28, DOI:10.1016/S0140-6736(07)61162-3.
- ^ a b (EN) =De Graaf R, Radovanovic M e Van Laar M, Fairman B, Degenhardt L, Aguilar-Gaxiola S, et al., Early Cannabis Use and Estimated Risk of Later Onset of Depression Spells: Epidemiologic Evidence From the Population-based World Health Organization World Mental Health Survey Initiative, in American Journal of Epidemiology, 172(2), 2010, pp. 149-59, PMID 20534820.
- ^ a b (EN) Zalesky A, Nadia Solowij e Murat Yücel, Dan I. Lubman, Michael Takagi, Ian H. Harding, Valentina Lorenzetti, Ruopeng Wang, Karissa Searle, Christos Pantelis and Marc Seal, Effect of long-term cannabis use on axonal fibre connectivity (PDF), in Brain, 4 giugno 2012, pp. 2245–55, DOI:10.1093/brain/aws136, PMID 22669080.
- ^ a b (EN) Meier MH e et al., Persistent cannabis users show neuropsychological decline from childhood to midlife, in PNAS, 109 (40), 30 luglio 2012, DOI:10.1073/pnas.1206820109
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