Testata | Tiratura | Diffusione cartacea | Diffusione digitale | Totale diffusione |
---|---|---|---|---|
Corriere della Sera | 472 883 | 368 981 | 95 445 | 464 428 |
la Repubblica | 455 672 | 323 525 | 58 709 | 382 234 |
Il Sole 24 ORE | 257 305 | 200 155 | 115 366 | 315 521 |
Quotidiano Nazionale | 369 254 | 271 922 | 2 560 | 274 482 |
La Gazzetta dello Sport | 297 867 | 203 516 | 21 042 | 224 558 |
La Stampa | 299 049 | 214 461 | 7 198 | 221 659 |
Il Messaggero | 190 624 | 137 678 | 4 510 | 142 188 |
QN - il Resto del Carlino | 161 236 | 122 513 | 1 234 | 123 747 |
Corriere dello Sport-Stadio | 238 327 | 121 128 | 1 272 | 122 400 |
il Giornale | 185 530 | 103 658 | 2 115 | 105 773 |
Avvenire | 142 976 | 103 985 | 1 578 | 105 563 |
QN - La Nazione | 132 331 | 98 812 | 1 094 | 99 906 |
Tuttosport | 172 033 | 94 970 | 818 | 95 788 |
Libero | 135 512 | 75 301 | 886 | 76 187 |
Italia Oggi | 98 366 | 54 166 | 18 157 | 72 323 |
Il Gazzettino | 85 349 | 66 163 | 4 276 | 70 439 |
il Fatto Quotidiano | 109 698 | 50 763 | 13 621 | 64 384 |
Il Secolo XIX | 75 031 | 57 068 | 1 208 | 58 276 |
Il Tirreno | 73 116 | 56 639 | 1 539 | 58 178 |
Il Mattino | 68 848 | 50 946 | 2 429 | 53 375 |
QN - il Giorno | 75 687 | 50 597 | 232 | 50 829 |
Secondo il rapporto FIEG 2013 sulla Stampa in Italia, ogni giorno si vendono quasi 4 milioni di quotidiani, letti da circa 22,5 milioni di italiani.[2]
Un rapporto presentato nel 2016 dall'Associazione stampatori italiani giornali (ASIG) mostra che la diffusione dei quotidiani italiani, che era di 3,4 milioni di copie giornaliere nel 2014, è scesa nel 2015 a 2,8 milioni (- 17%)[3]. Dal 2011 al 2016 i ricavi dei quotidiani sono calati del 30% mentre per i periodici i ricavi si sono ridotti del 20%[4].
Diffusione locale[modifica | modifica wikitesto]
Questa voce o sezione sull'argomento editoria è ritenuta da controllare.
Motivo: dati fermi al 2011 e non più attendibili perché in questi anni le modifiche sono state sostanziali
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I principali quotidiani italiani a diffusione regionale, interregionale e provinciale sono, in ordine geografico (media mobile di 12 mesi dal mese di gennaio 2011 al mese di dicembre 2011[5]:
Testata | Regione | Diffusione media |
---|---|---|
Dolomiten | Alto Adige | 50 682 |
Alto Adige | Alto Adige | 28 701 |
L'Adige | Trentino-Alto Adige | 25 004 |
Il Giorno | Lombardia | 57 525 |
La Prealpina | Lombardia | 33 000 |
La Provincia (Como) | Lombardia | 38 468 |
La Provincia (di Cremona) | Lombardia | 20 980 |
La Provincia Pavese | Lombardia | 19 376 |
La Gazzetta di Mantova | Lombardia | 29 332 |
L'Eco di Bergamo | Lombardia | 49 531 |
Giornale di Brescia | Lombardia | 42 801 |
L'Arena (Verona) | Veneto | 44 258 |
Il Giornale di Vicenza | Veneto | 39 356 |
Il Gazzettino (Venezia) | Veneto, Friuli-Venezia Giulia | 80 541 |
La Nuova di Venezia e Mestre | Veneto | 10 220 |
Il Mattino di Padova | Veneto | 27 657 |
La Tribuna di Treviso | Veneto | 16 552 |
Messaggero Veneto | Friuli-Venezia Giulia | 48 251 |
Il Piccolo (Trieste) | Friuli-Venezia Giulia | 35 971 |
Libertà (Piacenza) | Emilia-Romagna | 27 087 |
La Gazzetta di Parma | Emilia-Romagna | 38 670 |
Gazzetta di Reggio | Emilia-Romagna | 12 019 |
Gazzetta di Modena Nuova | Emilia-Romagna | 9 767 |
Il Resto del Carlino | Emilia-Romagna, Marche, Rovigo | 141 294 |
La Nuova Ferrara | Emilia-Romagna | 9 575 |
Il Secolo XIX | Liguria | 73 677 |
Corriere Mercantile | Liguria | 8 605 |
La Nazione | Toscana, Umbria, La Spezia | 112 557 |
Il Tirreno | Toscana | 73 811 |
Corriere dell'Umbria | Umbria, Toscana, Lazio | 16 271 |
Corriere Adriatico | Marche | 17 536 |
Il Centro | Abruzzo | 22 230 |
Il Messaggero | Lazio, Umbria, Marche, Abruzzo | 191 078 |
Il Tempo | Lazio, Abruzzo, Molise | 39 606 |
Il Mattino | Campania | 71 926 |
La Gazzetta del Mezzogiorno | Basilicata, Puglia | 36 067 |
Il Quotidiano | Basilicata, Calabria | 11 891 |
Nuovo Quotidiano di Puglia | Puglia | 18 425 |
Gazzetta del Sud | Sicilia, Calabria | 43 719 |
La Sicilia | Sicilia | 50 887 |
Il Giornale di Sicilia | Sicilia | 60 159 |
Quotidiano di Sicilia | Sicilia | 12 448 |
L'Unione Sarda | Sardegna | 59 361 |
La Nuova Sardegna | Sardegna | 52 965 |
Quotidiani di partito[modifica | modifica wikitesto]
Sono i quotidiani di partiti e movimenti politici che abbiano il proprio gruppo parlamentare in una delle camere o rappresentanze nel Parlamento europeo, o che siano espressione di minoranze linguistiche riconosciute, avendo almeno un rappresentante in un ramo del Parlamento italiano, ovvero che, essendo state in possesso di tali requisiti, abbiano percepito i contributi alla data del 31 dicembre 2005:[6]
- «Avanti!», organo del Partito Socialista Italiano
- «La Discussione», organo della Democrazia Cristiana per le Autonomie
- «Secolo d'Italia», fino al 2009 organo di AN
- «l'Occidentale», organo del Nuovo Centrodestra
- «Rivoluzione liberale», organo del Partito Liberale Italiano
Fonti: FNSI; Marco Marsili, La rivoluzione dell'informazione digitale in rete, Bologna, 2009, pagg. 91 e segg.
Quotidiani editi da una cooperativa[modifica | modifica wikitesto]
Sono i quotidiani o periodici di organi di movimenti politici editi da imprese trasformatesi in cooperativa entro il 1º dicembre 2012:[7]
- «Aprile», è diventato Paneaqua;
- Area;
- Cristiano Sociali News, organo dei Cristiano Sociali;
- Il Denaro;
- Il Duemila, vicino a Forza Italia[8];
- Il Foglio;
- il manifesto;
- Metropoli Day, già organo della Lega delle Regioni;
- Milano Metropoli;
- L'Opinione delle libertà, vicino al Partito Liberale Italiano;
- Roma;
- La Voce di Mantova.
Finanziamenti pubblici all'editoria[modifica | modifica wikitesto]
Lo Stato italiano stanzia ogni anno dei contributi alle imprese editrici di quotidiani e periodici, nell'ottica del raggiungimento di un effettivo pluralismo dell'informazione. La normativa si è modificata nel tempo come segue:
- La legge 5 agosto 1981 n. 416 (Disciplina delle imprese editrici e provvidenze per l'editoria) stabilisce la corresponsione alle testate quotidiane di un contributo fisso per ogni copia stampata [9] (art. 22), aumentata del 15% se la testata è edita da una cooperativa giornalistica. Per i periodici, la legge autorizza la corresponsione di contributi in relazione ai quantitativi di carta utilizzati per la stampa (art. 24);
- La legge n. 67 del 1987 contiene la prima indicazione dei giornali di partito come categoria a sé stante. Essa prevede lo stanziamento di contributi finanziari pubblici alle «imprese editrici di quotidiani o periodici che, attraverso esplicita menzione riportata in testata, risultino essere organi di partiti politici rappresentati in almeno un ramo del Parlamento» (art. 9, c. 6). Infine, il comma 14 impone che i contributi siano corrisposti alternativamente per un quotidiano o un periodico. La legge in oggetto considera “organi di partito”, oltre a quotidiani e periodici, anche le emittenti radiofoniche;
- La legge 7 agosto 1990, n. 250 (Provvidenze per l'editoria, ecc.) allarga l'applicabilità del finanziamento pubblico all'organo ufficiale di un partito italiano presente al Parlamento europeo. In questo caso è sufficiente che il partito abbia eletto a Strasburgo anche un solo parlamentare[10]; la norma estende i contributi di legge alle «imprese editrici di giornali quotidiani la cui maggioranza del capitale sia detenuta da cooperative, fondazioni o enti morali non aventi scopo di lucro». Inoltre stabilisce che il contributo sia pari a 0,2 euro per copia stampata fino a 30 000 copie di tiratura media;
- La legge 28 dicembre 1995, n. 549, allarga la base delle imprese aventi diritto ai contributi, includendo anche «le agenzie di stampa quotidiane costituite in forma di cooperative di giornalisti» a prescindere dalle modalità di trasmissione;
- La legge 23 dicembre 2000, n. 388 (legge finanziaria per il 2001) fornisce una nuova definizione dei soggetti aventi diritto ai contributi (art. 153): «imprese editrici di quotidiani e periodici, anche telematici che, [...] risultino essere organi o giornali di forze politiche che abbiano il proprio gruppo parlamentare in una delle Camere o rappresentanze nel Parlamento europeo o siano espressione di minoranze linguistiche riconosciute, avendo almeno un rappresentante in un ramo del Parlamento italiano nell'anno di riferimento dei contributi». Inoltre configura un nuovo soggetto: la cooperativa il cui «oggetto sociale sia costituito esclusivamente dall'edizione di quotidiani o periodici organi di movimenti politici». Tale tipologia di cooperativa va a formare un elenco a sé stante di destinatari di provvidenze per l'editoria. L'entità dei contributi pubblici indirizzati a tali società è calcolata in base ai costi sostenuti dall'impresa nell'ultimo anno di esercizio (mentre per le cooperative di giornalisti preesistenti i contributi sono basati sulla tiratura media giornaliera). Il decreto di attuazione (d.P.R. 7 novembre 2001, n. 460) ha favorito la trasformazione in cooperative per tutte le imprese che intendono chiedere finanziamenti pubblici[10];
- La legge finanziaria per il 2007 ha equiparato le emittenti radiofoniche ai giornali di partito. Le leggi successive hanno progressivamente ridotto l'entità delle sovvenzioni pubbliche ai giornali;
- Il decreto legge n. 112/2008 ha abolito il criterio della tiratura: ogni anno lo Stato deciderà la somma da stanziare per il sostegno all'editoria. Il sistema di contribuzione diretta ha cessato di esistere il 31 dicembre 2014 (d. l. 6 dicembre 2011, n. 201).
Quotidiani a distribuzione gratuita (Free press)[modifica | modifica wikitesto]
Quotidiani online[modifica | modifica wikitesto]
Da un'indagine ISTAT sui quotidiani online, in Italia nel 2003 erano disponibili 145 testate online, di cui 91 corrispondevano a quotidiani con versione a stampa e 54 erano quotidiani esclusivamente online. Di queste 145 testate, 122 (84,1%) erano a carattere generalista, mentre 22 (15,2%) erano quotidiani specialistici (economia, sport, scienze, e altro).
Il primo giornale online sul web è stato L'Unione Sarda[11], nato in concomitanza col quotidiano Punto Informatico (pubblicato inizialmente tramite il sistema bbs), che sin dal luglio 1994 ha pubblicato regolarmente contenuti su Internet.
La società Audiweb si occupa della rilevazione della fruizione dei siti web italiani. Il parametro adottato per la misurazione è la total digital audience[12]. Secondo le rilevazioni Audiweb, i primi dieci siti italiani di notizie più visitati nel maggio 2016 sono stati[13]:
- la Repubblica
- Corriere della Sera
- La Gazzetta dello Sport
- Pianeta donna (portale di Banzai Media)
- TGCOM24
- La Stampa
- Il Messaggero
- Tiscali (portale dell'azienda omonima)
- Citynews (piattaforma web d'informazione)
- Nanopress (testata giornalistica online)
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