sabato 24 febbraio 2018

Du lsd y estasy

TestataTiraturaDiffusione
cartacea
Diffusione
digitale
Totale diffusione
Corriere della Sera472 883368 98195 445464 428
la Repubblica455 672323 52558 709382 234
Il Sole 24 ORE257 305200 155115 366315 521
Quotidiano Nazionale369 254271 9222 560274 482
La Gazzetta dello Sport297 867203 51621 042224 558
La Stampa299 049214 4617 198221 659
Il Messaggero190 624137 6784 510142 188
QN - il Resto del Carlino161 236122 5131 234123 747
Corriere dello Sport-Stadio238 327121 1281 272122 400
il Giornale185 530103 6582 115105 773
Avvenire142 976103 9851 578105 563
QN - La Nazione132 33198 8121 09499 906
Tuttosport172 03394 97081895 788
Libero135 51275 30188676 187
Italia Oggi98 36654 16618 15772 323
Il Gazzettino85 34966 1634 27670 439
il Fatto Quotidiano109 69850 76313 62164 384
Il Secolo XIX75 03157 0681 20858 276
Il Tirreno73 11656 6391 53958 178
Il Mattino68 84850 9462 42953 375
QN - il Giorno75 68750 59723250 829
Secondo il rapporto FIEG 2013 sulla Stampa in Italia, ogni giorno si vendono quasi 4 milioni di quotidiani, letti da circa 22,5 milioni di italiani.[2]
Un rapporto presentato nel 2016 dall'Associazione stampatori italiani giornali (ASIG) mostra che la diffusione dei quotidiani italiani, che era di 3,4 milioni di copie giornaliere nel 2014, è scesa nel 2015 a 2,8 milioni (- 17%)[3]. Dal 2011 al 2016 i ricavi dei quotidiani sono calati del 30% mentre per i periodici i ricavi si sono ridotti del 20%[4].

Diffusione locale[modifica | modifica wikitesto]

I principali quotidiani italiani a diffusione regionale, interregionale e provinciale sono, in ordine geografico (media mobile di 12 mesi dal mese di gennaio 2011 al mese di dicembre 2011[5]:
TestataRegioneDiffusione media
DolomitenAlto Adige50 682
Alto AdigeAlto Adige28 701
L'AdigeTrentino-Alto Adige25 004
Il GiornoLombardia57 525
La PrealpinaLombardia33 000
La Provincia (Como)Lombardia38 468
La Provincia (di Cremona)Lombardia20 980
La Provincia PaveseLombardia19 376
La Gazzetta di MantovaLombardia29 332
L'Eco di BergamoLombardia49 531
Giornale di BresciaLombardia42 801
L'Arena (Verona)Veneto44 258
Il Giornale di VicenzaVeneto39 356
Il Gazzettino (Venezia)Veneto, Friuli-Venezia Giulia80 541
La Nuova di Venezia e MestreVeneto10 220
Il Mattino di PadovaVeneto27 657
La Tribuna di TrevisoVeneto16 552
Messaggero VenetoFriuli-Venezia Giulia48 251
Il Piccolo (Trieste)Friuli-Venezia Giulia35 971
Libertà (Piacenza)Emilia-Romagna27 087
La Gazzetta di ParmaEmilia-Romagna38 670
Gazzetta di ReggioEmilia-Romagna12 019
Gazzetta di Modena NuovaEmilia-Romagna9 767
Il Resto del CarlinoEmilia-Romagna, Marche, Rovigo141 294
La Nuova FerraraEmilia-Romagna9 575
Il Secolo XIXLiguria73 677
Corriere MercantileLiguria8 605
La NazioneToscana, Umbria, La Spezia112 557
Il TirrenoToscana73 811
Corriere dell'UmbriaUmbria, Toscana, Lazio16 271
Corriere AdriaticoMarche17 536
Il CentroAbruzzo22 230
Il MessaggeroLazio, Umbria, Marche, Abruzzo191 078
Il TempoLazio, Abruzzo, Molise39 606
Il MattinoCampania71 926
La Gazzetta del MezzogiornoBasilicata, Puglia36 067
Il QuotidianoBasilicata, Calabria11 891
Nuovo Quotidiano di PugliaPuglia18 425
Gazzetta del SudSicilia, Calabria43 719
La SiciliaSicilia50 887
Il Giornale di SiciliaSicilia60 159
Quotidiano di SiciliaSicilia12 448
L'Unione SardaSardegna59 361
La Nuova SardegnaSardegna52 965

Quotidiani di partito[modifica | modifica wikitesto]

Sono i quotidiani di partiti e movimenti politici che abbiano il proprio gruppo parlamentare in una delle camere o rappresentanze nel Parlamento europeo, o che siano espressione di minoranze linguistiche riconosciute, avendo almeno un rappresentante in un ramo del Parlamento italiano, ovvero che, essendo state in possesso di tali requisiti, abbiano percepito i contributi alla data del 31 dicembre 2005:[6]
Fonti: FNSI; Marco Marsili, La rivoluzione dell'informazione digitale in rete, Bologna, 2009, pagg. 91 e segg.

Quotidiani editi da una cooperativa[modifica | modifica wikitesto]

Sono i quotidiani o periodici di organi di movimenti politici editi da imprese trasformatesi in cooperativa entro il 1º dicembre 2012:[7]

Finanziamenti pubblici all'editoria[modifica | modifica wikitesto]

Lo Stato italiano stanzia ogni anno dei contributi alle imprese editrici di quotidiani e periodici, nell'ottica del raggiungimento di un effettivo pluralismo dell'informazione. La normativa si è modificata nel tempo come segue:
  • La legge 5 agosto 1981 n. 416 (Disciplina delle imprese editrici e provvidenze per l'editoria) stabilisce la corresponsione alle testate quotidiane di un contributo fisso per ogni copia stampata [9] (art. 22), aumentata del 15% se la testata è edita da una cooperativa giornalistica. Per i periodici, la legge autorizza la corresponsione di contributi in relazione ai quantitativi di carta utilizzati per la stampa (art. 24);
  • La legge n. 67 del 1987 contiene la prima indicazione dei giornali di partito come categoria a sé stante. Essa prevede lo stanziamento di contributi finanziari pubblici alle «imprese editrici di quotidiani o periodici che, attraverso esplicita menzione riportata in testata, risultino essere organi di partiti politici rappresentati in almeno un ramo del Parlamento» (art. 9, c. 6). Infine, il comma 14 impone che i contributi siano corrisposti alternativamente per un quotidiano o un periodico. La legge in oggetto considera “organi di partito”, oltre a quotidiani e periodici, anche le emittenti radiofoniche;
  • La legge 7 agosto 1990, n. 250 (Provvidenze per l'editoria, ecc.) allarga l'applicabilità del finanziamento pubblico all'organo ufficiale di un partito italiano presente al Parlamento europeo. In questo caso è sufficiente che il partito abbia eletto a Strasburgo anche un solo parlamentare[10]; la norma estende i contributi di legge alle «imprese editrici di giornali quotidiani la cui maggioranza del capitale sia detenuta da cooperative, fondazioni o enti morali non aventi scopo di lucro». Inoltre stabilisce che il contributo sia pari a 0,2 euro per copia stampata fino a 30 000 copie di tiratura media;
  • La legge 28 dicembre 1995, n. 549, allarga la base delle imprese aventi diritto ai contributi, includendo anche «le agenzie di stampa quotidiane costituite in forma di cooperative di giornalisti» a prescindere dalle modalità di trasmissione;
  • La legge 23 dicembre 2000, n. 388 (legge finanziaria per il 2001) fornisce una nuova definizione dei soggetti aventi diritto ai contributi (art. 153): «imprese editrici di quotidiani e periodici, anche telematici che, [...] risultino essere organi o giornali di forze politiche che abbiano il proprio gruppo parlamentare in una delle Camere o rappresentanze nel Parlamento europeo o siano espressione di minoranze linguistiche riconosciute, avendo almeno un rappresentante in un ramo del Parlamento italiano nell'anno di riferimento dei contributi». Inoltre configura un nuovo soggetto: la cooperativa il cui «oggetto sociale sia costituito esclusivamente dall'edizione di quotidiani o periodici organi di movimenti politici». Tale tipologia di cooperativa va a formare un elenco a sé stante di destinatari di provvidenze per l'editoria. L'entità dei contributi pubblici indirizzati a tali società è calcolata in base ai costi sostenuti dall'impresa nell'ultimo anno di esercizio (mentre per le cooperative di giornalisti preesistenti i contributi sono basati sulla tiratura media giornaliera). Il decreto di attuazione (d.P.R. 7 novembre 2001, n. 460) ha favorito la trasformazione in cooperative per tutte le imprese che intendono chiedere finanziamenti pubblici[10];
  • La legge finanziaria per il 2007 ha equiparato le emittenti radiofoniche ai giornali di partito. Le leggi successive hanno progressivamente ridotto l'entità delle sovvenzioni pubbliche ai giornali;
  • Il decreto legge n. 112/2008 ha abolito il criterio della tiratura: ogni anno lo Stato deciderà la somma da stanziare per il sostegno all'editoria. Il sistema di contribuzione diretta ha cessato di esistere il 31 dicembre 2014 (d. l. 6 dicembre 2011, n. 201).

Quotidiani a distribuzione gratuita (Free press)[modifica | modifica wikitesto]

Quotidiani online[modifica | modifica wikitesto]

Da un'indagine ISTAT sui quotidiani online, in Italia nel 2003 erano disponibili 145 testate online, di cui 91 corrispondevano a quotidiani con versione a stampa e 54 erano quotidiani esclusivamente online. Di queste 145 testate, 122 (84,1%) erano a carattere generalista, mentre 22 (15,2%) erano quotidiani specialistici (economiasportscienze, e altro).
Il primo giornale online sul web è stato L'Unione Sarda[11], nato in concomitanza col quotidiano Punto Informatico (pubblicato inizialmente tramite il sistema bbs), che sin dal luglio 1994 ha pubblicato regolarmente contenuti su Internet.
La società Audiweb si occupa della rilevazione della fruizione dei siti web italiani. Il parametro adottato per la misurazione è la total digital audience[12]. Secondo le rilevazioni Audiweb, i primi dieci siti italiani di notizie più visitati nel maggio 2016 sono stati[13]:
  1. la Repubblica
  2. Corriere della Sera
  3. La Gazzetta dello Sport
  4. Pianeta donna (portale di Banzai Media)
  5. TGCOM24
  6. La Stampa
  7. Il Messaggero
  8. Tiscali (portale dell'azienda omonima)
  9. Citynews (piattaforma web d'informazione)
  10. Nanopress (testata giornalistica online)

Nessun commento:

Posta un commento